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La malattia, l’intervento al cuore, il tumore alla prostata: ora Vittorio Sgarbi non si alza dal letto e rifiuta il cibo

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Il critico d'arte ricoverato al Gemelli. I medici lo alimentano e cercano il dosaggio giusto per le cure

Vittorio Sgarbi non si alza dal letto e rifiuta il cibo. In un’intervista ha svelato la sua depressione: «Ho perso parecchi chili. Faccio fatica in tutto». Ora il critico d’arte è ricoverato da dieci giorni al policlinico Gemelli. Nel reparto per pazienti solventi. I medici lo alimentano e cercano il dosaggio giusto per le cure. Lui parla poco, quasi per niente. Ha smesso di postare sui social media ma ha ancora il cellulare, con cui si tiene in contatto con il mondo. Nei giorni scorsi Marcello Veneziani gli ha scritto una lettera aperta su La Verità: «Rialzati, capra». Mentre Sabrina Colle su Instagram aveva definito Sgarbi «colui che mi fa battere il cuore e con il quale ho intrattenuto il rapporto più intenso della mia vita».

La malattia

Ora accanto a Sgarbi c’è anche la sorella Elisabetta, editrice della Nave di Teseo e regista. La madre Rina è scomparsa nel 2018. E secondo molti questo è stato l’inizio del buio. «La mia depressione è un treno fermo in un luogo ignoto», aveva detto ad Antonio Gnoli di Repubblica il 9 marzo scorso. Qualche mese fa si era ricoverato in una clinica su consiglio di Colle. Ma dopo due giorni ha deciso di tornare a casa. Poi il peggioramento. Repubblica scrive oggi che la caduta è legata all’intervento al cuore e alla scoperta di un tumore alla prostata. Ma anche alle vicende giudiziarie degli ultimi anni. Tra cui l’accusa di riciclaggio, autoriciclaggio e contraffazione di opere d’arte. Per il dipinto seicentesco di Manetti sparito e poi riapparso. Rischia 12 anni di carcere.

L’Antitrust

Poi ci sono le contestazioni dell’Antitrust per le sue consulenze e i cachet: 300 mila euro in nove mesi da sottosegretario alla Cultura. A febbraio 2024 le dimissioni dal governo Meloni. A giugno la corsa con Fratelli d’Italia alle elezioni europee. Ma senza vittoria. Niente seggio da europarlamentare. L’inizio della crisi.

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